lunedì 22 dicembre 2008

Il Secolo Biotech


Il secolo biotech. Il commercio genetico e l'inizio di una nuova era” è stato pubblicato in Italia, da Baldini&Castaldi, nel 1998. Il tema centrale del libro è come la nascente industria biogenetica si sta organizzando, e come in futuro potrebbe influenzare le nostre vite.

Per 40 anni due tecnologie d’avanguardia si sono sviluppate parallelamente: l’informatica e l’ingegneria genetica, la scienza dell’informazione e le scienze naturali. Ora i computer e i geni “si stanno unendo”, per gettare le fondamenta di un’era completamente nuova nella storia mondiale. I grandi cambiamenti economici si verificano nella storia quando un certo numero di forze tecnologiche e sociali si mettono insieme per creare una nuova "matrice operativa". Secondo Rifkin sono sette i filoni che compongono la matrice operativa del Secolo Biotech. Insieme, essi creano una rete funzionale per la nuova era economica. Primo: l'abilità di isolare, identificare e ricombinare i geni rende per la prima volta disponibile un fondo comune di geni come risorsa di materie prime per la futura attività economica. Secondo: la concessione di brevetti su geni, sequenze geniche, tessuti da ingegneria genetica, organi ed organismi, insieme ai procedimenti usati per alterarli, sta dando al mercato l'incentivo commerciale per sfruttare le nuove risorse. Terzo: la globalizzazione del commercio e degli affari rende possibile una riseminazione massiccia della biosfera terrestre con una Seconda Genesi concepita in laboratorio, una natura bioindustriale prodotta artificialmente e destinata a rimpiazzare lo schema evolutivo della natura stessa. Un'industria globale della scienza della vita ha già iniziato a esercitare un potere senza precedenti sulle vaste risorse biologiche del pianeta. Settori della scienza della vita, dall'agricoltura alla medicina, vengono concentrati sotto l'ombrello di gigantesche "compagnie della vita" nell'emergente mercato biotech. Quarto: il censimento in corso (in corso mentre l'autore scriveva il libro, oggi completato) dei circa 100000 geni che compongono il genoma umano e nuove scoperte nella schedatura genetica, con l'inclusione di Chips DNA, di terapia somatica del gene e l'imminente prospettiva di ingegneria genetica di ovuli umani, sperma e cellule embrioniche, stanno aprendo la strada ad una omnicomprensiva alterazione della specie umana e alla nascita di una civiltà eugenetica sotto impulso commerciale. Quinto: una serie di nuovi studi scientifici sull'origine genetica degli umani comportamenti e la nuova sociobiologia, che privilegia la natura sull'accrezione educativa, forniscono un contesto culturale ad una estesa accettazione delle nuove biotecnologie. Sesto: il computer sta fornendo i media organizzativi e comunicativi per l'informazione genetica che è alla base dell'economia biotech. In ogni parte del mondo i ricercatori stanno usando i computer per decifrare, scaricare, catalogare e organizzare l'informazione genetica con la costituzione di una nuova riserva di capitale genetico ad uso dell'era bioindustriale. Tecnologie computerizzate e genetiche si stanno integrando in una nuova e possente realtà tecnologica. Settimo: una nuova narrazione cosmologica dell'evoluzione incomincia a sfidare la cittadella neo-darwiniana con una visione della natura compatibile con i presupposti operativi delle nuove tecnologie e della nuova economia globalizzata. Queste nuove idee sulla natura permettono la legittimazione contestuale del Secolo Biotech con l'assunto che il metodo seguito per riorganizzare economia e società è semplicemente l'estensione dei principi stessi della natura ed è, in quanto tale, giustificabile. Questo composito, geni, biotecnologie, brevetti sulla vita, industria globale di scienza della vita, schedatura e chirurgia dei geni umani, nuove correnti culturali, computer e revisione delle teorie sull'evoluzione, ha incominciato a rifare il mondo.

I geni sono "oro verde" del Secolo Biotech. Le forze economiche e politiche che controllano le risorse genetiche del pianeta eserciteranno un potere immane sul futuro dell'economia mondiale, così come l'accesso dell'era industriale e il controllo sulle energie fossili e su i metalli pregiati contribuirono a determinare il dominio sui mercati mondiali. Le corporazioni multinazionali stanno operando ricognizioni nei continenti, nella speranza di trovare microbi, piante, animali ed esseri umani con tratti genetici rari che possano avere in futuro potenziali valori di mercato. Dopo avere individuato questi tratti desiderati, le compagnie biotecniche li stanno già modificando per poi perseguire la protezione di brevetti sulle loro nuove "invenzioni".
Un crescente numero di organizzazioni non governative, insieme ad alcuni paesi hanno incominciato ad assumere una forte presa di posizione, sostenendo che il pool genetico non dovrebbe essere messo sul mercato a qualsiasi prezzo, e che esso dovrebbe rimanere un patrimonio comune e continuare ad essere usato liberamente dalle generazioni presenti e future. Essi citano un precedente nella recente storica decisione delle nazioni del mondo di mantenere il continente Antartico come patrimonio globale comune libero dallo sfruttamento commerciale.
Rifkin cita vari esempi inquietanti di tentativi, riusciti o meno, di brevettare geni, spesso all’insaputa degli individui da cui erano stati isolati. Le straordinarie implicazioni della privatizzazione del corpo umano - metterlo in distribuzione sotto forma di proprietà intellettuale tra istituzioni commerciali - sono state illustrate in maniera paradigmatica dal caso di un brevetto concesso dall'Ufficio Europeo per le Patenti a una compagnia statunitense di nome Biocyte. Il brevetto ha riconosciuto alla compagnia la proprietà di tutte le cellule sanguigne provenienti dal cordone ombelicale di un neonato, poi usate per molteplici fini terapeutici. Il brevetto è così esteso da permettere a questa compagnia di impedire l'uso di qualsiasi cellula sanguigna estratta da cordone ombelicale a qualsiasi individuo o istituzione che non voglia pagare i diritti del brevetto. Le cellule sanguigne da cordone ombelicale sono particolarmente importanti per i trapianti di midollo osseo e per tanto costituiscono un investimento commerciale altamente remunerativo. Va sottolineato che questo brevetto era stato concesso semplicemente perchè la Biocyte era stata capace di isolare e congelare le cellule sanguigne. La compagnia non aveva introdotto alcun cambiamento nel sangue stesso. Eppure, ora la compagnia dispone del controllo commerciale su questa parte del corpo umano.
La corsa imprenditoriale alla brevettazione del genoma della famiglia umana ha registrato una notevole accelerazione negli ultimi anni, in gran parte per via dell'elevato ritmo nella schedatura e nella determinazione delle sequenze di circa 100.000 geni che compongono il genoma umano. Non appena un gene viene etichettato, il suo "scopritore" molto probabilmente cercherà un brevetto, e spesso prima ancora di conoscere la funzione o il ruolo di quel gene.
Il dibattito sulla brevettazione della vita è una delle questioni più importanti mai affrontate dalla famiglia dell'uomo. La brevettazione della vita colpisce nel più profondo le nostre convinzioni sulla natura stessa della vita, se essa debba essere concepita come qualcosa di valore intrinseco o puramente utilitaristico. L'ultimo grande dibattito di questo tipo si svolse nel diciannovesimo secolo sulla questione della schiavitù, con gli abolizionisti che sostenevano come la vita umana avesse un valore intrinseco e "diritti dati da Dio" e non potesse essere trasformata in proprietà commerciale e personale da parte di un altro essere umano. Ma cosa potrà mai significare per le generazioni a venire crescere in un mondo dove arriveranno a concepire tutta la vita come invenzione pura e semplice - dove i confini tra sacro e profano, tra valore intrinseco e valore utilitaristico siano del tutto scomparsi, riducendo la vita stessa a livello di oggetto, privo di qualsiasi qualità unica o essenziale che lo possa distinguere da una struttura basilarmente meccanica? La battaglia per preservare il pool genetico terrestre come aperta dimensione comunitaria, libera da sfruttamenti commerciali, diventerà una delle lotte più critiche dell'Era Biotech. I "diritti genetici", a loro volta, emergeranno probabilmente come la questione fondativa dell'era imminente, definendo così gran parte dell'agenda politica del Secolo Biotech.
Rifkin ci avverte inoltre che con l’avvento dell’era biotech si avrà un modo radicalmente nuovo di concepire la vita, con un'immagine della natura che ci viene fornita tramite computer, usando il linguaggio della fisica, della chimica, della matematica e delle scienze dell'informazione. Con gli organismi viventi, esattamente come con i computer, il potere dell'informazione e i limiti di tempo diventano le considerazioni principali. Ogni successiva generazione della crescente catena dell'evoluzione, proprio come ogni nuova generazione di computer, è più complessa e più abile nell'elaborare crescenti quantità di informazioni in periodi di tempo più brevi. Riducendo la struttura alla sua funzione, e la funzione a un flusso di informazioni, la nuova cosmologia non percepisce più le cose viventi come cani e gatti, pesci e uccelli, peschi e mandorli, ma come grovigli di informazioni genetiche. Tutti gli esseri vengono prosciugati della loro sostanza e trasformati in messaggi astratti. La vita diventa un codice da decifrare e, come potrebbe ogni cosa vivente essere considerata sacra quando è solo un modo di organizzare le informazioni?
Ma il libro apre a riflessioni su molte altre questioni: la clonazione umana, il problema del cosiddetto “inquinamento genetico”, i rischi di discriminazione su base genetica. Per questi rimando all’intervista, rilasciata dall'autore il 15/10/2008 che riporterò sul blog prossimamente.

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